Pubblichiamo un estratto dell’articolo sugli scandali che lo scorso mese sono scoppiati e che hanno coinvolto due regioni e un ex membro del fu Margherita (nell’ordine Fiorito, Formigoni, Lusi). L’articolo confrontava le varie situazioni di corruzione e ruberie e che poi nell’ultimo numero sono culminate nella mini-inchiesta che riguardava il centro sinistra guidato allora da Marrazzo in Regione Lazio.
di Andrea Riccio TW: @lighea85
Sono solo tre delle tante storie di cattiva amministrazione e malcostume che hanno segnato quest’anno la politica a livello locale. Ma sono indicativi della necessità di trasparenza politica e di strumenti che la supportino. In fondo, un imput cui i nostri politici potrebbero riferirsi per cominciare a cambiare le cose.
Ricchi e negazionisti, eternamente innocenti anche di fronte all’evidenza, mai pronti a farsi da parte. Sono il nuovo volto del “furto all’italiana”. Gli illusionisti del bonifico bancario. I novelli Robin Hood che rubano ai partiti per dare a se stessi e – ovviamente – ad una folta schiera di colleghi, amici e supporter.
Franco Fiorito, ex capogruppo PDL alla Regione Lazio e Presidente della Commissione Bilancio, accusato di aver sottratto al conto del Gruppo PDL 5 milioni novecentomila euro per spese connesse al funzionamento del gruppo e alla cura del rapporto tra eletti ed elettori. Luigi Lusi, Tesoriere della Margherita, oggi ai domiciliari nel Convento Santa Maria dei Bisognosi a Carsoli (dopo meno di tre mesi a Rebibbia) per l’ammanco di oltre 25 milioni nelle casse del suo partito. Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombardia, coinvolto in un vizioso circolo pubblico-privato-pubblico di denaro, barche e rimborsi con un budget ancora incalcolabile, ma di almeno 8 milioni di euro a vantaggio del Presidente e di 70 milioni a favore di Pierangelo Daccò.
Di fronte ad una politica così marcia è possibile trovare dei correttivi o, almeno, degli strumenti di prevenzione? La risposta non è di quelle semplici, perché siamo in primis di fronte ad un problema etico e, per certi versi, culturale. Come ha giustamente detto Michele Serra nell’ “Amaca” del 20 settembre: “Fiorito non nasce ricco e non nasce potente. Fiorito è un prodotto della democrazia. Molti italiani che oggi sbraitano contro la casta, ove ne facessero parte, sarebbero identici a Franco Fiorito, per il semplice fatto che sono identici a Franco Fiorito anche adesso. Non si cambia un paese se non cambia il suo popolo, non migliora un paese se non migliorano le persone, la loro cultura, le loro ambizioni”.
Tuttavia, ferma restando questa necessità, la tecnologia può venirci in soccorso attraverso uno dei paradigmi più recenti del web e, soprattutto, dell’eGovernment: gli Open Data. Imponendo alle amministrazioni pubbliche e ai partiti di esporre sotto forma di dati aperti, quindi pubblici, aggregabili e riutilizzabili, i compensi dei loro dipendenti e la propria gestione dei fondi si potrebbe promuovere nella prassi quel principio di Trasparenza che nasce sulla carta nel 1998 con la creazione degli URP (Uffici Relazioni con il Pubblico) , prosegue con la legge Frattini del 2000 e si ritrova anche oggi nelle bozze del Decreto Digitalia e nella strategia di attuazione dell’Agenda Digitale Italiana.
Il Lazio è la prima regione ad aver presentato una legge sugli Open Data (ossia tutte quelle informazioni presentate sotto forma di data base volti alla libera circolazione per tutti i cittadini) e due bandi sul tema, uno per le imprese e l’altro per gli enti locali. La presentazione ufficiale del testo, prevista per il 12 settembre, non si è mai svolta, perché quel giorno è scoppiato lo scandalo Fiorito. Se queste sono le premesse, c’è tanta strada da fare.
The Best of…
The Best Of – le più belle dichiarazioni dei nostri eroi
Lusi, 20 giugno“Se mi dimetto? Per rispondere con una battuta io avrei scommesso 8 viaggi alle Bahamas che non mi sarei ritrovato una misura d’arresto. Mai l’avrei immaginato. Avrei detto che era fuori dalla grazia di Dio. Non intendo assolutamente dimettermi”.
Formigoni, 25 luglio ”Non è reato, eventualmente, essere stato ospite a una cena insieme con altre cinquanta persone o per qualche weekend (…) io rimango al mio posto, perché so che i miei comportamenti sono sempre stati rettilinei. Se mi rinviano a giudizio, andrà a finire che vincerò 12-0. Mi hanno già mandato a processo 11 volte e sono stato sempre assolto. E se non sarò rinviato a giudizio, questo rimarrà un altro inutile avviso di garanzia a Formigoni”.
Fiorito, 19 settembre “chi andava a donne e chi si faceva pagare le vacanze, chi organizzava festini e chi mangiava a sbafo, mentre io ho trasferito alcuni soldi sui miei conti perché pensavo fosse regolare e se ho sbagliato pagherò. Se ho sbagliato pagherò per gli errori, ma io non ho rubato. I ladri sono altri”.
Articolo Pubblicato su Periodico Italiano Mag il 28/09/12
L'articolo Fiorito – Lusi – Formigoni: ruberie e corruzione in politica come prodotti della “democrazia”? sembra essere il primo su Periodico Italiano Daily.